Noi sapevamo.
Cose vorticose che girano sopra l’orizzonte della sopportazione. Rumori duri, notizie senza colore. Lo sapevamo dei cinesi fantasmi, che non muoiono quasi mai e quel “quasi” ci ha trasportato alla ricerca di soluzioni che non esistono. Lo sapevamo degli uomini moderni, stolti e insopportabili, pronti solo a cementificare tutto, anche la loro vita. Non sapevamo, però che quegli uomini vestivano abiti gessati ed erano considerati i più eleganti tra i governatori. Non lo sapevamo e non capisco cosa ci abbiamo guadagnato a scoprirlo, di quanto siamo cresciuti dietro questa stupida notizia. Lo sapevamo che il PD è in agonia, la Baracciu con un rotolo di pizzini per giustificare le spese in nome del partito e sapevamo che c’erano dei soldi per giustificare queste spese. Ma non eravamo d’accordo. Lo avevamo detto e scritto e avevamo votato. Ma nelle vorticose cose che girano sui tavoli della politica tutto questo è sparito. Noi lo sapevamo di avere una classe politica analfabeta giuridicamente o, meglio, furbescamente dedicata all’errore, nella speranza che nessuno se ne accorgesse. Lo sapevamo dell’incostituzionalità di alcune leggi, meglio di molte leggi degli ultimi vent’anni. Ma abbiamo aspettato, abbiamo dovuto aspettare che fosse un giudice a ribadire un concetto semplice e basilare: la democrazia non si conquista senza il consenso e quel premio di maggioranza e quegli eletti senza nome erano l’esatto contrario della democrazia. Noi, tutto questo lo sapevamo. E sapevamo che il problema delle carceri non è il sovraffollamento ma l’incoscienza delle leggi che hanno stravolto il sistema penale e la politica penitenziaria, noi sapevamo tutto questo e lo abbiamo scritto, decantato, gridato quasi. Ma non è bastato. Questo è quello che ci resta. Cocci di incoscienza. Nonostante tutto, continuiamo ad esserci, in questo blog, nei giornali, nei giochi virtuali, nelle parole tra gli amici. Noi, ci siamo. E vogliamo esserci. E voi?
Cose vorticose che girano sopra l’orizzonte della sopportazione. Rumori duri, notizie senza colore. Lo sapevamo dei cinesi fantasmi, che non muoiono quasi mai e quel “quasi” ci ha trasportato alla ricerca di soluzioni che non esistono. Lo sapevamo degli uomini moderni, stolti e insopportabili, pronti solo a cementificare tutto, anche la loro vita. Non sapevamo, però che quegli uomini vestivano abiti gessati ed erano considerati i più eleganti tra i governatori. Non lo sapevamo e non capisco cosa ci abbiamo guadagnato a scoprirlo, di quanto siamo cresciuti dietro questa stupida notizia. Lo sapevamo che il PD è in agonia, la Baracciu con un rotolo di pizzini per giustificare le spese in nome del partito e sapevamo che c’erano dei soldi per giustificare queste spese. Ma non eravamo d’accordo. Lo avevamo detto e scritto e avevamo votato. Ma nelle vorticose cose che girano sui tavoli della politica tutto questo è sparito. Noi lo sapevamo di avere una classe politica analfabeta giuridicamente o, meglio, furbescamente dedicata all’errore, nella speranza che nessuno se ne accorgesse. Lo sapevamo dell’incostituzionalità di alcune leggi, meglio di molte leggi degli ultimi vent’anni. Ma abbiamo aspettato, abbiamo dovuto aspettare che fosse un giudice a ribadire un concetto semplice e basilare: la democrazia non si conquista senza il consenso e quel premio di maggioranza e quegli eletti senza nome erano l’esatto contrario della democrazia. Noi, tutto questo lo sapevamo. E sapevamo che il problema delle carceri non è il sovraffollamento ma l’incoscienza delle leggi che hanno stravolto il sistema penale e la politica penitenziaria, noi sapevamo tutto questo e lo abbiamo scritto, decantato, gridato quasi. Ma non è bastato. Questo è quello che ci resta. Cocci di incoscienza. Nonostante tutto, continuiamo ad esserci, in questo blog, nei giornali, nei giochi virtuali, nelle parole tra gli amici. Noi, ci siamo. E vogliamo esserci. E voi?