Si può calpestare la sabbia del deserto e sentirsi terribilmente soli. Tra le dune e l’ignoto, tra lo sgomento e il terrore, tra la meraviglia e l’incoscienza. Marwan ha quattro anni e nel confine tra la Siria e la Giordania, ad un certo punto, mentre scappa con i genitori dall’atrocità della guerra, si è perduto, si è confuso, è rimasto indietro. E’ rimasto solo. Nella concitazione del momento, nell’orrore dell’attimo, Marwan ha camminato nel deserto. Da solo. Poi, per fortuna, dopo meno di un’ora ha trovato il respiro giusto: quello dei suoi genitori. Bella storia. Da scriverci per ore ho pensato. Poi, con la stessa lentezza del camminare di Marwan nel deserto, mi son voltato, a rivedere il film delle ultime ore. Noi, come Marwan, camminiamo tra la sabbia, senza scarpe e senza un’apparente meta. Tutti, oggi, nutrono speranze per il nostro futuro, tutti, oggi, cercano di costruire un’oasi nell’aridità di una terra dimenticata per molto tempo. Chissà se anche noi riusciremo a ritrovare il respiro giusto, la mano forte, decisa. Chissà se anche noi, come Marwan, potremmo guardarci indietro e sperare di avere superato il peggio. Per ora possiamo solo guardarci dentro. E stare ad ascoltare. Buone giornate Sardegna.