Personalmente ho scommesso su molti uomini. Molti non mi hanno tradito, altri lo hanno fatto e altri, sicuramente, lo faranno ancora. Non è questo il punto. Ho visto gli occhi dei detenuti che rientrano dal permesso premio gonfi di tristezza perché sapevano di doversi misurare ancora con il carcere. Lo hanno fatto per vincere soprattutto su loro stessi. Hanno dimostrato, con il loro rientro un grande coraggio. Ho visto anche gli occhi dei detenuti evasi dal permesso premio ritornare dopo qualche settimana o qualche mese. Erano gonfi di rabbia sorda perché avevano perduto, avevano scommesso, ma non erano riusciti a comprendere la pochezza del loro stupido gesto. Chi evade perde sempre, chi rientra da un permesso premio però chiede più attenzione per il suo futuro. Sta pagando le cambiali degli errori, quel detenuto. Sta rispettando e merita rispetto. Non deve correre il rischio che quando si riapre la porta del carcere definitivamente nessuno voglia più scommettere su di lui. Chi evade è ricaduto nell’errore. E’ assolutamente necessario farglielo notare ed è questo che dovremmo fare. Tentare di capire il perché abbia compiuto un gesto in fondo eclatante ma inutile, un gesto che ci porta a rivedere la sua storia, a ricostruire meglio, a focalizzare laddove c’erano ombre dimenticate e, nel tempo, riprovare a scommettere. Perché lo dice la nostra Costituzione e perché gli uomini forti e liberi, in una società strutturata possono benissimo concedere un’altra opportunità e comprendere gli errori.