Non sono più cocainomane. Lo sono stato quando ero ragazzo ma l'ho sempre ammesso. Avevo vent'anni e c'era la contestazione. Non rinnego nulla". La confessione è di Gianfranco Micciché, sottosegretario alla Funzione pubblica, che ha parlato ai microfoni de "La zanzara" su Radio 24. La notizia potrebbe essere catalogata come “normale”. In fondo, di coca se la tirano in parecchi e, in certi ambienti è considerato addirittura “in”. Oltre al consiglio di leggere l’ultimo libro di Saviano “zero, zero, zero” dove si scoprono cose molto interessanti sulla cocaina, sugli effetti e sul giro incredibile dei soldi, lo scalpore per la notizia non è tanto la confessione del Miccichè cocainomane, oggi sottosegretario (sono garantista e sono, da sempre per l’inclusione sociale dei tossicodipendenti e, pertanto plaudo al reinserimento del nostro onorevole) quanto l’affermazione: “avevo vent’anni e c’era la contestazione”. Gianfranco Miccichè è nato nel 1954 e a vent’anni eravamo nel 1974 dove non c’era nessuna contestazione in atto. Si era usciti dal 68 e si stava avviando la fase del terrorismo, gli anni bui, la notte della repubblica, le brigate rosse, ferimenti, sequestri, omicidi. Nel 1977, inoltre, ci si dava appuntamento a Bologna per la giornata contro la repressione e Lotta continua abbandonava la piazza. Insomma, per dirla tutta, il libro Eroina di Arnao è del 1975 e di cocaina a quei tempi non se ne parlava. Io, nel 1974 avevo 15 anni ed ero abbastanza ribelle. Ma, per quanto contestatore non ho mai pensato di assaggiare qualche striscia di cocaina. Si poteva pensare a un po’ di fumo ma io, da sempre, ho preferito un buon bicchiere di vino. Ma questa è un’altra storia. Ricapitolando: ci spiega Miccichè nei suoi vent’anni cosa contestava, da che parte stava, perché collega la parola contestazione alla parola cocaina? Contestare e “farsi” sono esattamente all’opposto Onorevole Miccichè. Per contestare occorre essere lucidi, pronti, attivi e non assenti e mollicci come chi si fa di “coca”. Ma, soprattutto, occorre avere una mentalità assolutamente in contrasto con chi per avere fortuna nella vita ha bisogno dell’aiutino. Una scelta che, in terra di mafia non è proprio edificante. Ma, anche questo è un altro discorso. Concludendo: la contestazione con la coca non c’entra niente. Ma anche Miccichè, a dire il vero, con la contestazione dovrebbe entrarci molto poco. Insomma, per dirla con Guccini: “mi piace bere il vino, mi piace far casino e a culo tutto il resto”. Coca compresa.